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Venture Capital: Cos’è, Come Funziona e VC in Italia

Guida al Venture Capital in Italia: Definizione, Struttura e Principali Fondi

Stai valutando il prossimo passo per far crescere la tua startup e cerchi capitali per dare una svolta concreta al tuo business? Il Venture Capital potrebbe essere il partner ideale per accelerare il tuo percorso. Ma cosa significa realmente questo termine che senti continuamente nominare durante pitch competition e incontri con mentor e advisor? In questa guida pratica ti accompagniamo alla scoperta del mondo dei VC: cos’è esattamente il Venture Capital, come funziona concretamente il processo di investimento e quali sono le caratteristiche specifiche del panorama italiano. Non ci perderemo in definizioni accademiche né in concetti astratti: qui trovi informazioni chiare e subito applicabili per capire se questa strada fa al caso tuo e come affrontarla al meglio.

Cos’è il Venture Capital?

Il venture capital è una forma di investimento in capitale di rischio che permette a startup e imprese innovative di ottenere i fondi necessari per crescere rapidamente. Tradotto letteralmente come “capitale di ventura” o “capitale di rischio”, questo termine identifica un meccanismo finanziario dove investitori specializzati forniscono risorse economiche a imprese non quotate con alto potenziale di sviluppo, in cambio di quote societarie.

Nella pratica, quando un fondo di venture capital investe nella tua startup, non ti sta semplicemente prestando denaro come farebbe una banca. Sta acquistando una percentuale della tua azienda, diventando di fatto un tuo partner che condivide sia i rischi che i potenziali successi futuri. È come avere qualcuno che scommette sul tuo progetto, mettendo a disposizione non solo capitale, ma anche competenze, contatti e supporto strategico.

Ciò che distingue il VC da altre forme di finanziamento è proprio la sua predisposizione al rischio elevato: i fondi di venture capital investono consapevolmente in business che potrebbero fallire, puntando però su quelli che hanno le potenzialità per moltiplicare diverse volte il valore iniziale. Questa logica permette agli investitori di compensare le perdite con i guadagni straordinari generati dai progetti di successo.

Non si tratta solo di denaro: l’investitore VC partecipa attivamente alle decisioni strategiche dell’impresa, mettendo a disposizione la propria esperienza e rete di contatti, mentre lascia al team fondatore la gestione operativa quotidiana. Questo apporto di competenze rappresenta spesso un valore aggiunto fondamentale per startup che stanno ancora definendo il proprio modello di business.

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Storia del Venture Capital

Le origini del venture capital risalgono ai primi decenni del Novecento, quando questa forma di investimento iniziò a prendere forma negli Stati Uniti. La vera pietra miliare nella storia di questo settore è rappresentata da Georges Doriot, un economista francese emigrato in America che nel 1946 fondò la American Research and Development Corporation (ARDC), considerata la prima vera società di venture capital strutturata. L’ARDC introdusse un’innovazione fondamentale: raccogliere capitale non solo da ricchi individui, ma anche da investitori comuni, democratizzando l’accesso a questo tipo di investimenti.

Prima ancora, figure come Laurance S. Rockefeller avevano già sperimentato forme simili di investimento, finanziando nel 1938 la creazione di Eastern Air Lines e Douglas Aircraft. Nello stesso periodo, in Europa, la famiglia Wallemberg fondava in Svezia l’Investor AB (1916), anticipando il concetto di investimento strategico in aziende innovative come Ericsson e ABB.

La svolta decisiva per l’ecosistema VC arrivò con l’Investment Act del 1958, che diede impulso alla creazione di numerosi fondi specializzati, portando alla nascita della National Venture Capital Association. Gli anni ’70 e ’80 videro l’esplosione di questo settore, con l’emergere della Silicon Valley come epicentro dell’innovazione tecnologica finanziata dai fondi di venture capital. Questo periodo dorato subì una battuta d’arresto con la bolla delle dot-com nei primi anni 2000, seguita però da una rapida ripresa che ha resistito anche alla crisi finanziaria del 2008.

In Italia, i fondi di venture capital hanno fatto il loro ingresso con notevole ritardo rispetto agli USA, iniziando a operare significativamente solo negli anni ’90. Nell’ultimo decennio, però, abbiamo assistito a un’accelerazione importante, con la nascita di numerosi operatori specializzati e un crescente interesse istituzionale che ha portato alla creazione di fondi pubblici dedicati all’innovazione. Oggi, sebbene ancora distante dai livelli anglosassoni, l’ecosistema italiano dei fondi VC è in continua espansione, diventando un pilastro sempre più importante per il finanziamento delle startup innovative nel nostro Paese.

produttività metafora venture capital

Come funziona il finanziamento in Venture Capital?

Il processo di finanziamento tramite venture capital segue un percorso ben definito che ogni startup dovrebbe conoscere prima di intraprendere questa strada. Vediamo come funziona concretamente questo meccanismo di investimento, dalle prime interazioni fino all’ingresso del capitale.

Il viaggio inizia con la fase di presentazione: dovrai preparare un pitch deck efficace che illustri chiaramente la tua visione, il problema che risolvi, la soluzione proposta, il modello di business, le metriche di crescita e le proiezioni finanziarie. Questo documento sarà la tua carta d’identità agli occhi dei fondi di venture capital che valuteranno la tua proposta.

Una volta catturata l’attenzione di un potenziale investitore, si passa alla fase di valutazione preliminare. Se il tuo progetto supera questo primo screening, il VC avvierà un processo di due diligence della startup approfondito, esaminando:

  • Il team fondatore e le sue competenze
  • La tecnologia o il prodotto sviluppato
  • Il mercato di riferimento e il suo potenziale
  • La strategia commerciale e di crescita
  • I rischi associati all’investimento

Se la due diligence ha esito positivo, riceverai un term sheet, un documento non vincolante che definisce i termini principali dell’investimento: la valutazione della tua startup, l’importo dell’investimento e la percentuale di equity che cederai in cambio. Questa fase di negoziazione è cruciale: ogni clausola può influenzare significativamente il futuro della tua azienda.

Dopo aver concordato i termini, si procede con la formalizzazione dell’investimento attraverso la firma di documenti legali definitivi. Il capitale viene quindi trasferito e il fondo di venture capital diventa ufficialmente tuo partner, spesso entrando nel consiglio di amministrazione.

È importante comprendere che gli investimenti VC avvengono tipicamente in round di investimento successivi, ciascuno corrispondente a una diversa fase di sviluppo:

  • Pre-seed/Seed: finanziamenti iniziali (50.000-500.000€) per validare l’idea
  • Serie A: primo round significativo (1-5 milioni€) per espandere il prodotto
  • Serie B, C e successive: round più consistenti per accelerare la crescita

Ricorda che il venture capital non è solo denaro: l’investitore diventa un partner strategico che ti offre mentorship, contatti e supporto operativo. Il vostro obiettivo comune sarà far crescere rapidamente il valore dell’azienda per garantire un ritorno sull’investimento attraverso una futura exit, sia essa una acquisizione o una quotazione in borsa.

Per massimizzare le tue possibilità di successo, preparati accuratamente prima di approcciare i fondi VC: affina la tua proposta di valore, costruisci un team complementare e dimostra traction (primi risultati concreti) nel tuo mercato di riferimento.

Struttura e attori dell’ecosistema Venture Capital

L’ecosistema del venture capital è strutturato secondo un modello preciso che coinvolge diversi attori con ruoli ben definiti. Comprendere questa organizzazione è fondamentale per ogni startup che voglia approcciarsi a questa forma di finanziamento.

Al centro dell’ecosistema troviamo il fondo di venture capital, un veicolo d’investimento che raccoglie capitale da vari soggetti per poi investirlo nelle startup più promettenti. La struttura tipica di un fondo VC prevede due categorie principali di partecipanti: i Limited Partner (LP) e i General Partner (GP).

I Limited Partner sono gli investitori che forniscono effettivamente il capitale al fondo. Si tratta generalmente di soggetti istituzionali come fondi pensione, banche, fondazioni, compagnie assicurative, family office o individui con elevato patrimonio. Questi attori, pur apportando la maggior parte delle risorse finanziarie, hanno un ruolo passivo nella gestione del fondo e una responsabilità limitata all’importo investito.

I General Partner, invece, sono i gestori professionisti del fondo che prendono le decisioni d’investimento. Sono loro a selezionare le startup, negoziare i termini degli accordi e seguire attivamente lo sviluppo delle società in portafoglio. I GP hanno responsabilità illimitata e investono anche una quota di capitale proprio nel fondo, allineando così i loro interessi con quelli dei LP.

In Italia, molti fondi di venture capital sono gestiti da SGR (Società di Gestione del Risparmio), entità regolamentate dalla Banca d’Italia che si occupano della gestione collettiva del risparmio.

La vita di un fondo VC ha generalmente una durata prestabilita, tipicamente di 10 anni: nei primi 3-5 anni avviene la fase di investimento attivo, seguita da un periodo di gestione e valorizzazione delle partecipazioni, per concludersi con la fase di disinvestimento in cui si restituisce il capitale maggiorato ai Limited Partner.

Completano l’ecosistema altri attori fondamentali:

  • Le startup, naturalmente, che ricevono gli investimenti
  • Gli incubatori e acceleratori, che preparano le giovani imprese all’ingresso dei VC
  • I business angel, che spesso investono nelle fasi pre-seed prima dei fondi di venture capital
  • Gli advisor legali e finanziari, che supportano sia i fondi che le startup nelle negoziazioni
  • Le istituzioni pubbliche, che in alcuni paesi (Italia compresa) promuovono lo sviluppo del settore

Quando incontrerai un venture capitalist, ricorda che stai parlando con un professionista che gestisce il denaro di altri investitori e che ha obiettivi precisi di rendimento. La sua missione è identificare startup capaci di generare ritorni sufficientemente elevati da compensare i rischi assunti e remunerare adeguatamente tutti gli attori coinvolti in questa complessa catena di valore.

Accedere ai finanziamenti può sembrare complesso, ma con il giusto supporto diventa più semplice. Ti aiutiamo a costruire un percorso su misura per la tua startup.

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Tipologie di fondi di Venture Capital

Nel panorama del venture capital esistono diverse tipologie di fondi, ciascuna con caratteristiche specifiche che la rendono più o meno adatta a determinate startup. Conoscere queste differenze è fondamentale per individuare il partner finanziario più allineato con la tua fase di sviluppo e le tue ambizioni.

I fondi VC si distinguono innanzitutto in base alla fase di investimento in cui operano:

  • Fondi Early Stage: si concentrano sulle startup nelle fasi iniziali del loro sviluppo. Includono i fondi Pre-seed (investimenti da 50.000€ a 300.000€ per idee promettenti non ancora strutturate), Seed (da 300.000€ a 1 milione per startup con MVP e primi test di mercato) e Serie A (1-5 milioni per aziende con prodotto validato e primi ricavi). Questi fondi accettano rischi maggiori ma richiedono quote societarie più ampie.
  • Fondi Late Stage: intervengono in fasi più mature con round Serie B, C e oltre. Investono cifre più consistenti (dai 5 milioni in su) in startup già consolidate con metriche di crescita evidenti, modelli di business validati e team completi. Il loro obiettivo è accelerare l’espansione internazionale o consolidare la posizione di mercato.

Un’altra distinzione importante riguarda il focus settoriale:

  • Fondi generalisti: investono trasversalmente in diverse industrie, valutando principalmente il potenziale di crescita indipendentemente dal settore.
  • Fondi specializzati: concentrano gli investimenti in settori specifici come biotech, fintech, foodtech o cleantech. Questi fondi di venture capital offrono non solo capitale ma anche competenze verticali e network specializzato nel settore di riferimento.

Per quanto riguarda la geografia:

  • Fondi locali: investono principalmente in startup del proprio territorio (in Italia esistono fondi regionali o focalizzati sul mercato nazionale).
  • Fondi internazionali: hanno una visione globale e possono investire in startup di diversi paesi, inclusa l’Italia, portando spesso prospettive e contatti internazionali.

Esistono inoltre tipologie particolari come i fondi corporate (gestiti da grandi aziende per investire in startup strategiche), i fondi pubblici o para-pubblici (sostenuti da enti governativi per stimolare l’innovazione) e i micro-VC (fondi più piccoli, spesso specializzati in nicchie specifiche).

Se la tua startup è in fase iniziale, dovresti orientarti verso fondi seed o early stage, mentre se hai già validato il tuo modello di business e generato ricavi significativi, potrai puntare a fondi Serie A o successivi. In Italia, operano diversi tipi di fondi: dai seed locali come LVenture Group ai fondi growth come P101 o 360 Capital Partners, fino ai veicoli corporate come Tim Ventures o Neva SGR (Intesa Sanpaolo).

Corporate Venture Capital

Il venture capital assume una forma particolare quando viene praticato direttamente dalle aziende: è il Corporate Venture Capital (CVC), un modello in cui grandi imprese consolidate investono in startup innovative attraverso strutture dedicate. A differenza dei fondi VC tradizionali, che raccolgono capitale da molteplici investitori, il CVC utilizza risorse finanziarie provenienti da un’unica azienda madre, sia tramite business unit interne sia attraverso società controllate create appositamente per questa attività.

La principale caratteristica che distingue un corporate VC da un fondo tradizionale è una visione ibrida: mentre un investitore indipendente valuta principalmente il potenziale ritorno economico, il CVC considera anche l’allineamento strategico con gli obiettivi della casa madre. Questo si traduce in un portafoglio generalmente più ristretto ma più mirato, con startup selezionate per la loro rilevanza rispetto al settore in cui opera l’azienda.

Per la tua startup, collaborare con un fondo corporate può offrire vantaggi unici: oltre al capitale, potrai accedere a risorse industriali, canali di distribuzione, competenze tecniche e, soprattutto, validazione di mercato. Immagina quanto possa essere prezioso per una startup energetica poter testare la propria soluzione all’interno dell’infrastruttura di un colosso come Enel, o quanto possa accelerare la crescita di una fintech avere come partner strategico un grande gruppo bancario.

In Italia, il fenomeno dei corporate venture capital è in crescita, con sempre più grandi aziende che creano fondi dedicati all’innovazione. Settori particolarmente attivi includono telecomunicazioni, energia, finanza e industria manifatturiera, dove la collaborazione tra colossi affermati e startup innovative sta creando interessanti sinergie per entrambe le parti.

due persone in riunione parlando di venture capital

Differenze tra Venture Capital, Business Angel, Private Equity e Hedge Fund

Nel mondo del venture capital e degli investimenti in startup, spesso si fa confusione tra diverse figure che, pur operando nello stesso ecosistema, hanno caratteristiche, obiettivi e modalità operative profondamente diverse. Facciamo chiarezza sulle principali differenze che dovresti conoscere per orientarti al meglio nella ricerca di finanziamenti.

Business Angel vs Venture Capital

Il business angel è un investitore individuale che opera con capitale proprio, tipicamente un imprenditore di successo o un professionista con elevato patrimonio personale. A differenza dei fondi di venture capital, che gestiscono denaro di terzi attraverso strutture organizzate, l’angel investe direttamente nelle startup che ritiene promettenti.

La principale differenza risiede nella fase di intervento: i business angel entrano in gioco nelle primissime fasi (pre-seed e seed), quando hai poco più di un’idea e un MVP, con ticket di investimento generalmente compresi tra 20.000€ e 200.000€. Il venture capital, invece, tende a intervenire in fasi successive, con round più consistenti (da 500.000€ in su).

L’angel non offre solo denaro, ma anche mentorship diretta e coinvolgimento personale, mettendo a disposizione la propria esperienza imprenditoriale. Pensa al business angel come a un “angelo custode” che crede in te personalmente, mentre il VC rappresenta un team di investitori professionisti con processi decisionali più strutturati.

Nel percorso di crescita di una startup, è comune iniziare con il finanziamento di uno o più business angel per poi passare a un round di venture capital nelle fasi successive.

Private Equity vs Venture Capital

Sebbene il venture capital sia tecnicamente una sottocategoria del private equity, nella pratica questi termini identificano approcci molto diversi. Il private equity tradizionale si concentra su aziende già mature e consolidate, con fatturati significativi e modelli di business provati.

Un fondo di private equity investe somme decisamente maggiori (spesso decine o centinaia di milioni) in aziende con track record pluriennali, spesso con l’obiettivo di ristrutturarle, ottimizzarne i processi o finanziarne l’espansione. Il venture capital, invece, scommette su startup innovative in fase di sviluppo, accettando rischi molto più elevati in cambio di potenziali rendimenti eccezionali.

Per il founder di una startup in fase iniziale, un fondo di private equity non è generalmente un interlocutore appropriato: difficilmente investirà in un’azienda senza ricavi consolidati o con modelli di business ancora in fase di validazione.

Hedge Fund vs Venture Capital

Gli hedge fund sono fondi speculativi che operano principalmente sui mercati finanziari liquidi (azioni quotate, obbligazioni, valute, derivati) con strategie di investimento a breve termine e orientate alla massimizzazione del profitto. A differenza dei fondi di venture capital, che costruiscono relazioni di lungo periodo con le startup in cui investono, gli hedge fund cercano rendimenti rapidi attraverso operazioni sui mercati pubblici.

Questi fondi raramente investono in startup early-stage, anche se alcuni possono occasionalmente partecipare a round pre-IPO di aziende ormai mature. Per un founder agli inizi del proprio percorso imprenditoriale, gli hedge fund non rappresentano quindi potenziali investitori, a differenza di business angel e venture capitalist.

La comprensione di queste differenze è fondamentale per indirizzare correttamente i tuoi sforzi nella ricerca di capitali: conoscere il tipo di investitore più adatto alla tua fase di sviluppo ti permetterà di ottimizzare tempo e risorse, concentrandoti sui partner finanziari realmente interessati al tuo profilo aziendale.

Vantaggi e Svantaggi del Venture Capital per una Startup

Il venture capital rappresenta una delle opzioni di finanziamento più ambite nel mondo delle startup, ma come ogni strumento finanziario, porta con sé una serie di vantaggi significativi e alcuni potenziali svantaggi che devi conoscere prima di intraprendere questo percorso. Vediamo in dettaglio cosa comporta realmente aprire il capitale della tua impresa a un fondo VC.

Vantaggi:

  • Capitale significativo: I fondi di venture capital possono iniettare somme consistenti nella tua startup, permettendoti di accelerare la crescita in modo difficilmente raggiungibile con altre forme di finanziamento.
  • Competenze e network: Non ricevi solo denaro, ma accedi anche all’esperienza dei partner del fondo, al loro network professionale e alle loro competenze strategiche, particolarmente preziose nei momenti critici.
  • Credibilità sul mercato: Avere un VC nel capitale è un potente segnale di validazione per altri stakeholder: clienti, fornitori, partner e futuri investitori vedranno la tua startup con occhi diversi.
  • Supporto nelle fasi successive: I fondi di venture capital spesso partecipano a round successivi o aiutano ad attrarre nuovi investitori, facilitando il percorso di crescita.
  • Visione strategica: Il VC ti spinge a pensare in grande, aiutandoti a definire obiettivi ambiziosi e strategie per raggiungerli.

Svantaggi:

  • Diluizione delle quote: Dovrai cedere una percentuale significativa della tua azienda, riducendo il tuo controllo e la tua quota proprietaria.
  • Pressione sui risultati: I fondi VC hanno orizzonti temporali definiti (tipicamente 5-7 anni) e aspettative di crescita aggressive che potrebbero non allinearsi con la tua visione.
  • Complessità nella governance: L’ingresso di nuovi soci comporta cambiamenti nella struttura decisionale, con l’introduzione di consigli di amministrazione formali e processi più strutturati.
  • Focus sull’exit: Il modello di business dei fondi richiede un’uscita remunerativa (acquisizione o IPO), che diventa l’obiettivo primario, talvolta a scapito di altri valori aziendali.
  • Processo impegnativo: Ottenere un investimento VC richiede mesi di preparazione, negoziazione e due diligence, distogliendo attenzione dallo sviluppo del business.

Il venture capital può essere la spinta decisiva per trasformare la tua startup in un’azienda di successo, ma richiede apertura al cambiamento e disponibilità a condividere il controllo. Prima di avviare questo percorso, valuta onestamente se la tua visione imprenditoriale è compatibile con le aspettative tipiche dei VC: crescita rapida, scalabilità internazionale e una chiara strategia di exit.

La scelta di aprire il capitale a un fondo non è reversibile, quindi prenditi il tempo necessario per valutare se i vantaggi superano gli svantaggi nel tuo specifico caso aziendale.

Venture Capital in Italia: panorama e dati

Il venture capital in Italia ha vissuto negli ultimi anni una crescita esponenziale, trasformandosi da settore di nicchia a protagonista sempre più rilevante del panorama imprenditoriale innovativo. Nel 2024, le startup italiane hanno raccolto circa 1,5 miliardi di euro distribuiti in oltre 400 operazioni di investimento, registrando un impressionante aumento del 28% rispetto all’anno precedente. Un record che testimonia la maturazione progressiva dell’ecosistema, pur mantenendo dimensioni ancora distanti dai mercati più sviluppati come Stati Uniti, Regno Unito o Germania.

Una caratteristica distintiva dei fondi di venture capital italiani è il ruolo significativo delle istituzioni pubbliche, con CDP Venture Capital (Fondo Nazionale Innovazione) che ha agito da vero catalizzatore per l’intero settore. Questo intervento pubblico ha innescato un effetto moltiplicatore, attirando sempre più operatori privati sia nazionali che internazionali. Tra i principali fondi attivi nel nostro Paese troviamo realtà consolidate come P101, Primo Ventures, 360 Capital, LVenture Group e United Ventures, focalizzati prevalentemente su startup digitali e tecnologiche ad alto potenziale di scalabilità.

Il sistema italiano offre anche importanti incentivi fiscali per chi investe in startup innovative, con una detrazione IRPEF del 30% sull’importo investito. Questa leva fiscale ha contribuito ad ampliare la base di investitori, creando un circolo virtuoso che alimenta la fiducia nell’ecosistema e aumenta le opportunità di finanziamento disponibili.

L’Italian Tech Alliance, associazione che riunisce i principali operatori del settore, ha svolto un ruolo fondamentale nel coordinare gli sforzi per lo sviluppo del VC in Italia, promuovendo best practice e facilitando il dialogo tra startup, investitori e istituzioni. Questa rete di supporto rappresenta un valore aggiunto importante per l’ecosistema italiano, contribuendo a colmare progressivamente il gap con altri mercati europei più maturi.

Per le startup italiane, il messaggio è chiaro: le opportunità per attrarre capitali di rischio esistono e continuano a crescere con un trend decisamente positivo. Conoscere i principali attori, le peculiarità locali e le agevolazioni disponibili diventa quindi essenziale per sfruttare al meglio il potenziale del venture capital italiano e accelerare il proprio percorso di crescita.

Non basta un’idea brillante, servono gli strumenti giusti per farla crescere. Noi ti aiutiamo a ottenere i finanziamenti adatti alla tua startup.

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Elenco dei Fondi di Venture Capital in Italia

In Italia l’ecosistema venture capital è sì meno sviluppato rispetto ad altri paesi europei come UK, Francia e Germania, e soprattutto agli Stati Uniti, dove è nata l’industria del capitale di rischio, ma sono diverse le società di venture capital a cui una startup o azienda può rivolgersi per ottenere un finanziamento.

Quali sono dunque i principali fondi di Venture Capital italiani?

In base alla necessità di capitale, della fase all’interno del suo ciclo di vita in cui la startup si trova, e della tipologia di progetto nonché dell’area geografica è possibile fare riferimento a diversi operatori. È infatti molto importante rivolgersi al soggetto giusto e presentarsi di fronte agli investitori con un progetto delineato e solido, in quanto da questi fattori dipende il successo del finanziamento e dunque della propria startup.

Qui un elenco dei principali fondi di Venture Capital in Italia:

Associazioni di Venture Capital Italiani

Esistono inoltre diverse organizzazioni che favoriscono il sistema del venture capital in Italia, supportando la crescita e lo sviluppo dei VC italiani e mirando all’aumento degli investimenti di questo tipo.

  • CDP Venture Capital – fondo nazionale innovazione che ha l’obiettivo di rendere il venture capital uno dei pilastri dello sviluppo economico e dell’innovazione in Italia, contribuendo alla crescita sostenibile e complessiva dell’ecosistema venture capital. CDP ha l’obiettivo di aumentare gli investimenti diretti e indiretti, favorendo la nascita di nuovi fondi e coordinando i fondi esistenti per sostentare le startup nelle loro fasi di vita.
  • AIFI, Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt – creata per rappresentare e coordinare in sedi istituzionali i soggetti attivi sul mercato italiano e promuovere attività di private equity, venture capital e private debt in Italia.
  • VentureUp – sito web dedicato all’informazione e orientamento nell’ecosistema startup e venture capital.

Documentazione necessaria per ottenere un investimento VC

Quando ti prepari ad affrontare un fondo di venture capital, la qualità della documentazione che presenti può fare la differenza tra ottenere o meno il finanziamento. Ecco gli elementi essenziali che dovrai predisporre con cura:

  • Pitch deck: una presentazione sintetica e incisiva (generalmente 15-20 slide) che illustra chiaramente la tua visione, il problema che risolvi, la soluzione proposta, il modello di business, il mercato di riferimento, la traction già ottenuta, il team e le proiezioni finanziarie. Questo documento rappresenta il tuo primo biglietto da visita con i potenziali investitori.
  • Business plan dettagliato: un documento approfondito che espone le strategie competitive dell’azienda, le azioni concrete che implementerai per raggiungere gli obiettivi strategici, l’evoluzione dei key value drivers e le previsioni economico-finanziarie. Il business plan deve dimostrare una chiara comprensione del mercato e un percorso realistico verso la redditività.
  • Lettera di intenti (LOI): rappresenta il primo momento formale del rapporto tra startup e fondo di venture capital. Contiene i termini essenziali dell’operazione su cui avete raggiunto un’intesa preliminare, le modalità procedurali per proseguire la trattativa e le tempistiche delle verifiche fiscali e contabili. Non è ancora un impegno vincolante, ma definisce il perimetro della negoziazione.
  • Documentazione legale e statutaria: include l’atto costitutivo, lo statuto societario, visure camerali aggiornate, eventuali brevetti o proprietà intellettuali registrate, contratti significativi in essere e documentazione fiscale. Questi documenti servono a verificare la regolarità formale della tua startup.
  • Cap table attuale: una tabella che illustra con chiarezza la struttura proprietaria della società, indicando chi possiede quote della startup e in quale percentuale. Questo documento è fondamentale per comprendere come l’ingresso del nuovo investitore modificherà gli assetti proprietari.

Oltre a questi documenti fondamentali, potrebbe esserti richiesto di predisporre anche patti parasociali (specialmente per investimenti di minoranza) e rappresentazioni di garanzie che tutelino l’investitore rispetto a potenziali passività non dichiarate. Ricorda che la trasparenza e la completezza della documentazione non solo facilitano il processo di valutazione da parte dei fondi VC, ma contribuiscono anche a costruire un rapporto di fiducia che sarà alla base della futura collaborazione.

I tempi per ottenere il finanziamento VC

Il percorso per ottenere un finanziamento venture capital richiede pazienza e pianificazione strategica. I tempi di questo processo non sono immediati e comprendere le tempistiche reali ti aiuterà a gestire meglio le tue aspettative e il tuo business plan. Tipicamente, dalla prima interazione con un fondo VC fino all’effettivo trasferimento del capitale possono trascorrere dai 3 ai 6 mesi, un periodo che si articola in diverse fasi ben definite.

Il primo contatto e la presentazione del pitch richiedono generalmente 1-2 settimane, durante le quali il fondo valuta l’allineamento della tua startup con la propria tesi di investimento. Successivamente, la fase di screening e valutazione iniziale occupa altre 2-4 settimane, in cui i venture capitalist analizzano preliminarmente la documentazione fornita per determinare se procedere con approfondimenti.

Il momento più lungo e impegnativo è rappresentato dalla due diligence approfondita, che può estendersi da 1 a 3 mesi. Durante questo periodo, il fondo VC esamina minuziosamente gli aspetti economici, finanziari, legali e operativi della tua startup, verificando la solidità di quanto dichiarato nel pitch e nel business plan.

Una volta superata la due diligence, la negoziazione dei termini dell’investimento (term sheet) richiede altre 2-4 settimane, seguite da 1-2 settimane per la chiusura formale dell’accordo (closing) e il trasferimento effettivo del capitale.

È importante considerare che questi tempi possono allungarsi in base alla complessità della tua struttura aziendale, alla tua preparazione documentale e alla velocità decisionale del fondo. Pianifica quindi il tuo runway finanziario tenendo conto di questa timeline realistica, evitando di avviare la ricerca di fondi quando sei già in emergenza di liquidità.

Come avviene il disinvestimento (Exit)

Il venture capital segue un ciclo che si completa con la fase di disinvestimento o exit, il momento in cui l’investitore monetizza l’investimento realizzando il guadagno sperato. Dal punto di vista del venture capitalist, infatti, l’avventura con la tua startup è per sua natura temporanea: dopo un periodo che varia tipicamente dai 5 ai 7 anni, cercherà una via d’uscita che massimizzi il ritorno sul capitale investito.

Esistono diverse modalità attraverso cui un fondo di venture capital può realizzare la propria exit:

  • Quotazione in Borsa (IPO): rappresenta spesso lo scenario ideale, in cui la tua startup si quota su un mercato regolamentato. Il VC può vendere progressivamente le proprie quote sul mercato, beneficiando della liquidità e della valorizzazione pubblica dell’azienda. Questa strada è percorribile solo per startup che hanno raggiunto dimensioni significative e stabilità finanziaria.
  • Acquisizione strategica (M&A): è la modalità più comune di exit, in cui una società più grande acquista la tua startup, comprando anche le quote detenute dal venture capitalist. Questo tipo di operazione, chiamata anche “trade sale”, offre al VC un’uscita completa e immediata dall’investimento. Per molte startup tech italiane, l’acquisizione da parte di player industriali rappresenta il percorso più probabile.
  • Secondary buyout: in questo scenario, il VC vende le proprie quote ad un altro investitore istituzionale, tipicamente un fondo più grande specializzato in fasi successive di sviluppo. La startup continua il suo percorso con nuovi partner finanziari, mentre il VC originario realizza il proprio guadagno.
  • Buyback: meno frequente ma possibile, è il riacquisto delle quote da parte dei fondatori o del gruppo imprenditoriale originario. Questa opzione si verifica quando l’azienda ha generato sufficiente liquidità per permettere ai fondatori di riacquistare il controllo, oppure quando l’allineamento strategico con il VC è venuto meno.

Va considerato che esiste anche lo scenario di exit negativa: il fallimento della startup, in cui il fondo di venture capital perde parzialmente o totalmente l’investimento effettuato. Questo rischio è parte integrante del modello di business dei fondi VC, che compensano queste perdite con i rendimenti eccezionali generati dalle startup di successo nel loro portafoglio.

È importante che tu comprenda, fin dal primo momento in cui accogli un VC nella tua compagine societaria, che la prospettiva di exit è parte integrante dell’accordo. Questo non significa che dovrai abbandonare la tua creatura, ma piuttosto che dovrai costruirla con una visione che includa, prima o poi, un passaggio di proprietà o una quotazione. Allineare le aspettative su questo aspetto è fondamentale per evitare conflitti futuri.

La preparazione a una exit di successo inizia molto prima del momento effettivo del disinvestimento: costruire metriche solide, sviluppare una posizione di mercato difendibile e creare valore tangibile sono elementi che massimizzeranno le possibilità di una exit remunerativa sia per te che per i tuoi investitori.

Conclusione

Il venture capital rappresenta un potente acceleratore per startup ambiziose che vogliono fare il salto di qualità e conquistare mercati internazionali. Come abbiamo visto, non si tratta solo di una fonte di finanziamento, ma di un vero e proprio partnership strategica che può trasformare radicalmente le prospettive della tua impresa. Conoscere a fondo i meccanismi, gli attori e le implicazioni di questo mondo ti permette di valutare con consapevolezza se questa strada è quella giusta per la tua startup.

Il panorama italiano dei fondi VC è in continua evoluzione, con opportunità crescenti per imprenditori preparati e progetti innovativi. La chiave del successo sta nella preparazione: un business plan solido, una strategia di crescita chiara e un team complementare sono elementi fondamentali per attrarre l’interesse degli investitori.

Se pensi che il venture capital possa rappresentare lo strumento giusto per accelerare la crescita della tua startup, il team di Feeda è pronto ad affiancarti in questo percorso, aiutandoti a navigare le complessità del fundraising e a massimizzare le tue possibilità di successo. Con la giusta preparazione e il partner adeguato al tuo fianco, il tuo progetto innovativo può davvero trasformarsi nella prossima storia di successo dell’ecosistema startup italiano.

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